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Il Virus che spaventa l’Occidente |
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Scritto da Administrator |
Lunedì 17 Novembre 2014 13:53 |
In questo ultimo periodo ci troviamo di fronte ad una miriade di notizie riguardanti casi sospetti di un virus che, dall’aprile del 2014, ha innescato uno dei peggiori cicli di epidemia fino ad ora verificati, raggiungendo la massima espansione pochi mesi dopo, all’incirca alla fine di settembre, come si può dedurre dai dati che sono stati recentemente pubblicati sulla pagina dell’ OMS per lo speciale “Ebola”. Il primo ceppo del virus viene scoperto nella Repubblica Democratica del Congo nel 1976. Dalla prima scoperta sono stati individuati ed isolati quattro ceppi, di cui tre letali per l’uomo. Ebola è un virus estremamente aggressivo; infatti provoca una serie complessa e rapidissima di sintomi, dalle febbri emorragiche al dolore ai muscoli e agli arti e numerosi problemi al sistema nervoso centrale. Il periodo d’incubazione (dal contagio all’insorgenza dei primi sintomi) dura dai 2 ai 21 giorni e spesso la morte sopraggiunge durante lo stesso periodo. Vi è un’ alta probabilità, secondo quanto afferma la scienza ad oggi, che il virus provenga dai grossi chirotteri (mammiferi comunemente noti come pipistrelli) che popolano le foreste tropicali e sono portatori sani del virus.
Ebola ha una percentuale mortale del 68%, e pur essendo un virus altamente pericoloso per l’uomo, nonché facilmente trasmissibile, fino a poco tempo fa non è riuscito a svilupparsi fuori da agglomerati relativamente piccoli e isolati, in particolare villaggi siti all’interno di foreste e giungle dei paesi africani. Ciò che ha portato al collasso odierno è stato dunque dovuto per la maggiore all’invasione da parte di grandi compagnie ai piccoli villaggi rurali, ma anche ai flussi migratori che hanno portato una quantità incontrollata di persone a giungere in contatto con nuove realtà europee, dove questi individui, non controllati a dovere dalle autorità competenti, rischiano di espandere ulteriormente questo virus con effetti altamente destabilizzanti. Come conseguenza dell’ alta mortalità e della mancanza di vaccini e terapie adeguate, Ebola viene classificata come agente di rischio biologico di livello 4, così come agente bioterroristico di categoria A. A questo punto sorge spontaneo domandarsi : non è il caso di gestire in modo più severo la questione immigrazione, richiamando ognuno alle proprie responsabilità? O si deve continuare a lasciare un paese in balìa di situazioni troppo grandi, che nonostante tutto cerca di fronteggiare anche e soprattutto a discapito della propria gente? Il tutto sotto una evidente impasse vestita da finto perbenismo. Mare Nostrum docet. F.Ascani |
Ultimo aggiornamento Venerdì 19 Dicembre 2014 03:39 |