Da sempre affascinante, avvolto da quell’aura di mistero, commistione di sacro e profano, il Pozzo di San Patrizio ha attirato la curiosità dell’uomo. E molti sono quelli che non ne sono più usciti. Proprio questo ha spinto papi, nobili e re ad aprire, e più volte richiudere, quella cavità irlandese che Cristo indico a San Patrizio come ingresso del Purgatorio. Ma l’ancestrale attrazione per quel pozzo (che papa Borgia fece colmare e Papa de’ Medici ricostruì a Orvieto quale rifugio, benché non riuscì a vederne la fine), definito il capolavoro ingegneristico del mecenate fiorentino, ancora oggi continua ad affascinare il mondo.
Consci di ciò, e memori delle radici cristiane che sovente tentano di celare, sono molti i politici e burocrati d’Europa che aprono pozzi senza fondo a destra e a manca quale rifugio della vana gloria personale - senza curarsi della sostenibilità e del dopo - purché di essi resti memoria. Ultimi ad essere ammaliati da tale fascino, i burocrati dell’Università Politecnica della Marche che, spinti da incontenibile verve filantropica, hanno riaperto, (o meglio deciso di approfondire visto che non è mai stato chiuso) lo storico pozzo della solidarietà agli studenti del terzo mondo. Ed è così che gli studenti che si troveranno a passare per l’Ateneo marchigiano dovranno onorare la storica tradizione di buttarvi una monetina. Anzi tre monetine, perché la tassa di solidarietà (o meglio l’imposta poiché, a differenza delle tassa, tra il pagante passivo e l’Ente non vi è nessuna relazione di specifica utilità correlata a prestazioni, servizi o altro), è di 3 €. Anzi sei, perché mentre lo studente butta nel pozzo 3 €, magnificamente ce ne finiscono altri tre. Ma si sa, la tradizione vuole che le monetine vengano lanciate alle spalle, quindi nessuno, o quasi, se ne accorge. Ma, passi la magnificente astuzia per i secondi 3 €, vale la pena far presente che tutto il Consiglio Studentesco - che in materia di Tasse e Contributi ha parere obbligatorio - per i primi 3 € ha espresso unanimemente parere negativo: ebbene sì, unanimemente perché anche i corsari, scesi dal loro veliero sospinto dal vento dei facili diritti, per una volta si sono resi conto che si stava toccando il fondo - ammesso che ve ne possa essere uno- e hanno votato contro. Ormai il dado è tratto, il pozzo scavato, i soldi sono stati buttati, attenderemo con ansia di conoscere i fortunati disagiati che, vivendo una situazione economicamente svantaggiosa in uno stato in cui il RNL è minore di $ 4.125, si troveranno a navigare nell’oro del nostro Ateneo con € 7200,00 lordi annui, non cumulabili con altre borse di studio regionali o accademiche. Alloggio, spese, libri e trasporti naturalmente a proprio carico…
Quando pagherai le tasse ricorda che:3,00 € delle tue tasse andranno a stranieri
- ogni 3,00 € che paghi l’università ne metterà altri 3,00 € (quindi ti hanno preso in giro perché ne avrai pagati 6,00 €)
- tutto il Consiglio studentesco era contrario a questa nuova tassa per come è stata formulata e per come i soldi verranno gestiti
- le borse saranno 15 da 7.200,00 €
- ne potranno usufruire solo stranieri provenienti da paesi con RNL < di 4.125,00$
- non esiste nulla di analogo per italiani con reddito < di 3.600,00 €
- l’assegnazione non prevede criteri certi ma è affidata al libero arbitrio di una commissione liberamente nominata dal Rettore
- le varie ambasciate e consolati di diversi paesi stranieri più volte si sono rifiutate di collaborare nell’accertamento dei patrimoni di studenti stranieri e al recupero crediti degli studenti che dopo aver preso le borse di studio sono scappati senza aver onorato gli impegni presi.
Marco Pagliarini
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