Secondo gli ultimi aggiornamenti dell’ISTAT il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 40% raggiungendo cosi il livello più alto a partire da ottobre 2015. Lo rileva quest’organo di statistica nelle sue misurazioni sul mese di novembre 2016, dalle quali emerge che nella fascia di età tra 15 e 24 anni è sceso anche il tasso di occupazione, mentre quello di inattività, che include anche gli studenti è calato. Analizzando una fascia di età piu ampia il tasso dei senza lavoro ha registrato un incremento, passando dall’11,7 all’11,9%, crescendo quindi dello 0,5% su novembre 2015. In parallelo, tuttavia, sono aumentati gli occupati e il tasso di occupazione è stato pari a 57,3%, in aumento di 0,1 punti rispetto al mese di ottobre.
Quest’evidente discordanza deriva dal calo degli inattivi, cioè le persone che smettono di cercare un’occupazione perché demoralizzate: a novembre il tasso di inattività ha raggiunto i minimi storici: gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono calati rispetto ad ottobre e novembre 2015.L’aumento degli occupati riguarda le donne e gli over cinquanta, un problema presente gia dallo scorso anno a svantaggio dei giovani soprattutto tra i 15 e i 34 anni. Recentemente si è verificato un episodio di cronaca nera di un ragazzo trentenne suicidatosi a causa della disperazione di non riuscire a trovare lavoro. Questo ragazzo di nome Michele lascia una lettera in cui denuncia la sua situazione, comune a molti altri giovani. La madre dice: “Di nostro figlio ricorderemo il suo gesto di ribellione estrema e il suo grido simile ad altri che migliaia di giovani probabilmente pensano ogni giorno di fronte a una realtà che distrugge i sogni”. Se si osserva con piu attenzione il periodo da settembre a novembre è possibile osservare un leggero calo rispetto al trimestre precedente. Il calo ha interessato gli uomini, le persone tra 15 e 49 anni e i lavoratori dipendenti, mentre c’è stata una crescita per le donne e gli over 50. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha commentato i dati dicendo che “nel quadro complessivo ciò che preoccupa è la situazione dell’occupazione giovanile, per cui alla diminuzione del tasso di inattività tra i giovani corrisponde solo un aumento della disoccupazione”. Come noto gia da tempo a questa disoccupazione giovanile consegue la “fuga di cervelli”, molti dei giovani italiani vanno via dal nostro paese in cerca di una situazione lavorativa migliore. Anche su questo tema si esprime il ministro del lavoro Poletti dicendo che non sempre sono i migliori ad andare via e che chi resta ha meno competenze e qualità degli altri. Queste affermazioni sono state oggetto di critiche e polemiche dai più giovani. Per alcuni quella di Poletti è una dichiarazione triste: l'unico rimedio sarebbe la sostituzione di alcuni responsabili della classe dirigente. Molti dei giovani che si sono espressi con critiche pensano che tutto questo sia frutto di amministrazioni obsolete. Forse è il caso di riconoscere che chi ci governa non ha le giuste competenze in merito. Magari è anche il caso di sostituilrli con nuove figure, magari proprio i famosi giovani che scappano via.
Antonio Davide d’Onofrio
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