È un tema attuale quello che dovrebbe essere il diritto di ogni cittadino, ovvero la legittima difesa. Vogliamo ora analizzare la situazione nel nostro Paese confrontandola con due diverse realtà: gli Stati Uniti e la Francia. Innanzitutto bisogna fare la distinzione tra un aggressione che avviene in un luogo pubblico o in un’abitazione: negli Stati Uniti si applica la cosiddetta “Castle Doctrine”, espressione che deriva dalla common law inglese e dalla frase: “La casa di un inglese è il suo castello”. In poche parole, la “Castle Doctrine” assicura ai cittadini americani il diritto di difendere se stessi e gli altri all’interno della propria casa con l’utilizzo della forza.
Questo principio è spesso (ma non sempre) accompagnato da un rapporto di proporzionalità tra offesa e difesa. Un altro concetto importante è il “duty to retreat” che si contrappone allo stand “your ground”: il primo afferma che la persona aggredita, prima di reagire con l'utilizzo della forza (anche se si sente minacciata e a rischio di vita) deve fare di tutto per evitare il confronto, tentando di ritirarsi dalla situazione; il secondo non richiede invece all’ individuo che si sente aggredito o minacciato di evitare a ogni costo lo scontro. Per quanto riguarda case e abitazioni, ci sono Stati in cui la Castle Doctrine è applicata in maniera più “forte”: in alcune circostanze al padrone di casa non è richiesto il tentativo di fuga dal confronto prima di usare la forza, il quale si può avvalere di un gesto estremo, anche letale quando qualcuno tenta di entrare illegalmente per tentativi di stupro, omicidio e furto. Non accade lo stesso in altri stati come New York, dove l’uso della forza è giustificata solo nel caso in cui si ha la certezza di non poter spingere un intruso a lasciare la proprietà senza andare allo scontro. Inoltre, in alcuni Stati come la California, difendersi con estrema violenza non è giustificato per il tentativo di furto. Per quanto riguarda la Francia il discorso è diverso: in sostanza, la legge francese pone tre limiti al diritto di legittima difesa: la reazione dev'essere compiuta nell'imminenza della minaccia (ciò significa che, per esempio, se l'aggressore è in fuga non può essere legittimamente colpito); deve sussistere una condizione di pericolo per l'incolumità personale; la difesa dev'essere proporzionata all'offesa. Nel nostro paese la situazione è molto simile alla realtà francese mentre si discosta abbastanza da quella Statunitense. Sia in Francia che in Italia, per fare un esempio, questa legge è poco articolata, perciò la sua applicazione è molto interpretabile (spesso in maniera discutibile) da parte del giudice. Viste le difficoltà interpretative di questa legge la camera dei deputati, nel mese di maggio 2017, ha proposto delle modifiche inerenti all’articolo 52 e 59 della costituzione, norme riguardanti la legittima difesa e le sue scriminanti. Le modifiche apportate dalla camera cercano di eliminare la responsabilità per chi si difende in caso di un’aggressione che avviene di notte e nel caso di una reazione dovuta ad un grave turbamento psichico; infine nel caso si dichiari la non punibilità per legittima difesa dell'aggredito, l'attribuzione delle spese processuali andrebbero completamente a carico dello Stato. Tali modifiche hanno suscitato numerose perplessità in chi ha percepito elementi di criticità nella previsione di una distinzione tra le aggressioni diurne e quelle notturne (oltretutto in assenza di chiarimenti circa i limiti temporali della notte), nonché nella definizione di "grave turbamento psichico", concetto di difficile determinazione ed accertamento nel caso concreto. Ora il testimone passa al Senato, dove probabilmente il testo di legge subirà numerose revisioni.
D.A e R.K.
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